Il Mago

Il Mago nell’Antico Egitto è un iniziato, un adepto dell’alta scienza sacerdotale al servizio della preservazione dell’ordine del mondo: Maat. Ciò che egli apprende nel tempio nel tempo si può riassumere in quattro verbi: sapere, volere, osare, tacere.

Egli sa, o meglio conosce, il modo di governare le potenze, quello che gli Egizi definiscono Heka e noi traduciamo con magia. Egli opera sotto il duplice influsso benefico di Sa, l’intuizione, e di Hu, la formulazione del Verbo creatore.

Egli osa perché, dichiara un altro testo egiziano, “la magia è più veloce del levriero, più pronta della luce”. Il mago esperto non teme gli elementi ma li ha in suo potere. Egli comanda sull’Acqua, sul Fuoco, sull’Aria e sulla Terra. La sua forza viene dall’interno; in effetti, egli si ritiene innanzitutto un canale che agisce in nome di forza sovrumane. Egli attacca l’invisibile potenza che perturba un organismo, tenendo presente che bisogna curare la causa e non l’effetto. Infine, tace, poiché il grande arcano dell’alta magia gli fu svelato nel segreto dell’iniziazione. Se egli dispone di poteri efficaci e temibili, questi non sono destinati al mondo profano. il cavaliere non abbandona la propria spada per la strada, così il mago non divulga la scienza sacerdotale. Il segreto non ha lo scopo di nascondere ma di preservare, l’etimologia del termine è chiarificatrice: segreto viene dal latino cerno, che significa “mettere da parte”, “mettere in disparte”, ma anche “mondare, separare, passare al setaccio”, come il verbo scio: “Colui che sa, il testimone”. La vera natura del segreto s’impara nelle prove dell’iniziazione, nel chiuso della sala in cui l’adepto viene ammesso alla presenza del neter del segreto: la dea Sechat. Grazie a lei, egli comprende la celebrazione del Mistero che avvicina al segreto, atteggiamento che non dipende dall’intelligenza ma dal cuore.

Il sacerdote mago porta il titolo Kheriheb, traducibile con “Colui che ha potere sulle feste”. Qui, la parola “feste” indica liturgie sacre, le teurgie che permettono di captare il divino. Il sacerdote mago è anche uno specialista della lettura dei libri sacri, avendo egli assimilato perfettamente le leggi della magia e in particolare la più efficace tra esse: la conoscenza e l’utilizzazione adeguata delle formule.

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