[:it]La Mummificazione, rinascere nell’Aldilà[:en]Mummification, reborn in the afterlife[:]

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Mummificazione-in-Egitto

Gli Egizi non furono i primi a utilizzare la mummificazioni dei corpi,  i primi furono le tribù Chinchorro, del deserto di Atacama in Cile circa 7000 anni fa. Le prime testimonianze di mummificazione nella valle del Nilo risalgono al 4000 a.C. Sono state realizzate nel periodo Predinastico e sono localizzate a Hierankopolis, uno dei principali centri dell’epoca.

Questi tentativi di conservazione dei corpi consistevano nel collocare manciate di lino imbevuto di resina in parti specifiche del corpo per riempirlo, prima di coprirlo con bende e poi avvoggerlo completamente in una stuoia. L’ esempio più chiaro di questa procedura venne trovato in una mummia soprannominata dai suoi scopritori “Paddy” che presentava questa proto-mummificazione nelle mani, negli avambracci, alla base del cranio, nel collo, nella fronte e nella mascella, mentre occhi, naso, bocca e viso venivano lasciati senza riempimento, coperti solo da un paio di stuoie.

Hierankopolis
Hierankopolis

Nella città di Hierankompolis venne trovato un uomo (tomba B412) che presentava le dita di una mano fasciate singolarmente. Questi nuovi ritrovamenti hanno modificato grandemente le teorie circa l’origine della mummificazione. In precedenza si pensava che questa tecnica servisse per conservare i corpi, per poterli essere sepolti in bare, a differenza di quando si inumava semplicemente nella sabbia del deserto, che mummificava naturalmente i corpi.

Oggi è chiaro che la mummificazione ebbe inizio in Egitto per motivi ideologici anche se ancora non comprendiamo il loro significato. Dopo queste prove di mummificazione abbiamo delle lacune documentative, che continuano fino all’epoca tinita, i cui faraoni venivano imbalsamati, come dimostra il braccio trovato nella tomba di Djer. Nell’Antico regno, la consuetudine si diffuse nella classe superiore della società. Ma con una tecnica diversa da quella che sarebbe divenuta abituale poi.

Wadi El-Natrun
Wadi El-Natrun

I corpi potevano essere essiccati con natron, ma non venivano levati i visceri, bensì si cercava di trasformarli come una statua del defunto. Si bendava il corpo e poi lo si impregnava di resina, premendo la tela contro il corpo per modellarlo con precisione, tanto che ci sono delle mummie in cui si può vedere che l’uomo era circonciso. In altri casi veniva utilizzato il gesso, che dava al cadavere un aspetto ancora più da statua, contribuiva ancora di più a questo aspetto il fatto che il gesso veniva, dopo essersi essiccato dipinto.

Con questa tecnica non si conservavano i corpi, ma le ossa, perchè all’interno del guscio di gesso la carne si decomponeva. Per questo motivo si cominciò a sperimentare l’eviscerazione, così che, rimuovendo gli organi interni, la putrefazione era più difficile. Come al solito per primi a essere mummificati con questa tecnica furono i membri della famiglia reale, per la prima volta appaiono i vasi canopi nella tomba della regina Hetepheres. Nel Medio Regno  oltre all’essicazione con natron vennero utilizzate altre tecniche. Una di queste consisteva l’introduzione di sostanze essiccanti nell’ano, come le regine sepolte a Deir El-Bahari nel complesso funerario di Mentuhotep II. A due regine sepolte nella piramide di Amenemhat III della XII dinastia a Dahshur furoni estratti il cervello fratturando loro il naso.

Vasi canopi provenienti dalla tomba di Nsikhonsou, moglie di Pinedjem II
Vasi canopi provenienti dalla tomba di Nsikhonsou, moglie di Pinedjem II

Le persone che non disponevano di risorse economiche sufficienti venivano ancora sepolte nella sabbia. Quelli che possedevano risosrse sufficienti ma non abbastanza per potersi pagare il natron, venivano sepolti nella sabbia per assorbire i fluidi della decomposizione e successivamente venivano estratti e bendati. La mummificazione rimase invariata per molti secoli. Fino al Nuovo Regno la mummificazione non aveva le tecniche definitive. La mummificazione può essere divisa in quattordici fasi.

La prima fase consiste di spostare il corpo in una struttura temporanea chiamata seh-necher , che significa “cabina divina”, quando il defunto era un sovrano e ibu en ab, o “tenda di purificazione”, quando era un cittadino comune. In questa tenda il defunto veniva spogliato e lavato. Il processo doveva avvenire celermente a causa dell’alte temperature che innescavano velocemente il processo di decomposizione.

La seconda fase era il trasferimento del corpo, pulito e preparato, fino al luogo della vera imbalsamazione , chiamato wabt wat o per nefer, luogo puro . Dopo aver posizionato il corpo su di un tavolo, si svolgeva la terza fase, che consisteva nel rompere l’osso etmoide del naso, inserire un gancio, spappolare il cervello e poi girare la testa in modo che il liquido uscisse dalla testa.

Bendatura
Bendatura

Nella quarta fase veniva svuotato il corpo dai propri organi interno con un’ incisione diagonale sul lato sinistro dell’addome. Poi l’operatore inseriva il braccio  per togliere gli organi interni: intestino, stomaco e fegato. tagliava poi il diaframma con un coltello ed estraeva entrambi i polmoni, faceva molta attenzione a non estrarre il cuore, che era considerato la sede delle emozioni  e dove rimanere al suo posto. La sesta fase riguardavava gli organi estratti, che venivano tratti come piccole mummie, venivano essiccati con il natron e poi bendati e immessi nei vasi canopi.

Attraverso l’inserimento di mirra, resina e piccoli pacchetti di natron e lino, la settima fase consisteva nel togliere l’umidità dal corpo senza irrigidirlo. Nell’ottava fase il corpo veniva coperto di natron per quaranta giorni; per ottenere questo erano necessari 300 chili di natron. il natron è un sale naturale costituito da carbonato di sodio in massima percentuale, bicarbonato di sodio e cloruro di sodio. Aveva questo nome perchè si trova in Egitto nel Wadi El-Natrun e a El-Kab.

La nona fase era di verificare che il corpo fosse diventato una mummia. A questo punto venina estratto dal natron e tolto il riempimento interno, che veniva sepolto nelle vicinanze della tomba. Con la decima fase si restituiva al corpo un aspetto più naturale possibile, visto che aveva perso la metà del suo peso con l’essiccazione. L’interno del corpo veniva riempito di sacchetti di natron, sabbia e cipolle, che davano un buon odore. Poi veniva suturata l’incisione laterale.

Con l‘undicesima fase la mummia era quasi pronta, venivano chiusi gli orifizi della testa, negli occhi venivano posizionati dei panni con occhi disegnati. Veniva abbellito il corpo con disegni e venivano dipinte le unghie con l’hennè. Per l’importanza dell’energia sessuale maschile nell’Aldilà per rinascere, gli organi genitali maschili venivano bendati e incollati alla coscia per nasconderli ai ladri.

Mummia di Hatshepsut
Mummia di Hatshepsut

Il trucco proseguiva nella dodicesiva fase, in cui la pelle acquisiva un colore gradevole e profumato. La fase successiva, la tredicesima si occupava di impermeabilizzare il corpo spruzzandolo interamente di resina liquida. La quattordicesima fase terminava di convertire il corpo già essiccato del defunto per assumere l’aspetto della nota mummia egizia con il bendaggio. Venivano utilizzate bende, tra i 4 e i 6 cm di larghezza, che venivano posizionate a partire dal capo per poi scendere lungo il tronco, prima una gamba e poi l’altra, e il tutto termivana con le braccia che venivano essiccate nella posizione corretta.

A partire dal Nuovo Regno nelle stoffe funerarie o anche nelle bende potevano esserci delle scritte tratte dal Libro dei morti. Durante la fase del  bendaggio venivano lasciati sul corpo degli amuleti con varie funzioni, il più importante era lo scarabeo del cuore con una iscrizione che intendeva impedire durante il giudizio di Osiride che il il cuore mettesse in cattiva luce il defunto impedendogli di rinascere nell’Aldilà.

 

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Mummificazione-in-Egitto

The Egyptians were not the first to use the mummification of bodies, the first were the Chinchorro tribes, of the Atacama desert in Chile about 7000 years ago. The first evidence of mummification in the Nile valley dates back to 4000 BC. They were built in the Predynastic period and are located in Hierankopolis, one of the main centers of the period.

These attempts to preserve the bodies consisted of placing handfuls of linen soaked in resin into specific parts of the body to fill it, before covering it with bandages and then placing it completely in a mat. The clearest example of this procedure was found in a mummy dubbed by its “Paddy” discoverers who presented this proto-mummification in the hands, forearms, at the base of the skull, in the neck, forehead and jaw, while eyes, nose mouth and face were left without filling, covered only by a pair of mats.

 

Hierankopolis
Hierankopolis

In the city of Hierankompolis was found a man (grave B412) who presented the fingers of a hand wrapped individually. These new findings have greatly changed the theories about the origin of mummification. Previously it was thought that this technique was used to preserve the bodies, to be able to be buried in coffins, unlike when it was simply buried in the desert sand, which naturally mummified the bodies.

Today it is clear that mummification began in Egypt for ideological reasons even if we do not yet understand their meaning. After these tests of mummification we have documentary gaps, which continue until the tinita era, whose pharaohs were embalmed, as evidenced by the arm found in Djer’s tomb. In the Old Kingdom, the custom spread to the upper class of society. But with a different technique from the one that would have become habitual then.

 

 

Wadi El-Natrun
Wadi El-Natrun

 

The bodies could be dried with natron, but the viscera were not removed, but we tried to transform them as a statue of the deceased. He bandaged his body and then impregnated it with resin, pressing the cloth against his body to shape it with precision, so that there are mummies in which we can see that the man was circumcised. In other cases, the plaster was used, which gave the corpse an even more stately appearance, the fact that the plaster was, after having dried, contributed even more to this aspect.

With this technique the bodies were not preserved, but the bones, because the flesh decomposed inside the gypsum shell. For this reason we began to experiment with evisceration, so that, by removing the internal organs, putrefaction was more difficult. As usual, the members of the royal family were the first to be mummified with this technique, for the first time the canopic jars appear in the tomb of Queen Hetepheres. In the Middle Kingdom other techniques were used in addition to the drying with natron. One of these consisted of the introduction of drying substances into the anus, like the queens buried at Deir El-Bahari in the funerary complex of Mentuhotep II. Two queens buried in the pyramid of Amenemhat III of the XII Dynasty in Dahshur, the brain extracted the brain by fracturing their noses.

 

Vasi canopi provenienti dalla tomba di Nsikhonsou, moglie di Pinedjem II
Canopi vases from the tomb of Nsikhonsou, wife of Pinedjem II

 

People who did not have sufficient financial resources were still buried in the sand. Those who owned it were sufficient but not enough to be able to pay for the natron, were buried in the sand to absorb the decomposition fluids and were subsequently extracted and blindfolded. Mummification remained unchanged for many centuries. Until the New Kingdom, mummification did not have definitive techniques. Mummification can be divided into fourteen phases.

The first phase consists of moving the body into a temporary structure called seh-necher, which means “divine cabin”, when the deceased was a sovereign and ibu en ab, or “purification tent”, when he was a commoner. In this tent the deceased was stripped and washed. The process had to take place quickly due to the high temperatures that quickly triggered the decomposition process.

The second phase was the transfer of the body, clean and prepared, to the place of true embalming, called wabt wat or nefer, pure place. After placing the body on a table, the third phase took place, which consisted of breaking the ethmoid bone of the nose, inserting a hook, pulping the brain and then turning the head so that the liquid exited the head.

Bendatura
Bandaging

 

In the fourth phase the body was emptied from its internal organs with a diagonal incision on the left side of the abdomen. Then the operator inserted the arm to remove the internal organs: intestine, stomach and liver. then he cut the diaphragm with a knife and extracted both lungs, he took great care not to extract the heart, which was considered the seat of the emotions and where to stay in place. The sixth phase concerned the extracted organs, which were treated as small mummies, dried with natron and then blindfolded and placed in canopic jars.

Through the insertion of myrrh, resin and small packages of natron and linen, the seventh phase consisted in removing moisture from the body without stiffening it. In the eighth phase the body was covered with natron for forty days; 300 kg of natron were needed to achieve this. natron is a natural salt consisting of sodium carbonate in maximum percentage, sodium bicarbonate and sodium chloride. He had this name because he is in Egypt in Wadi El-Natrun and El-Kab.

The ninth phase was to verify that the body had become a mummy. At this point, Venus extracted from the natron and removed the internal filling, which was buried near the tomb. With the tenth phase, the body was given a more natural aspect, as it had lost half its weight by drying. The inside of the body was filled with bags of natron, sand and onions, which smelled good. Then the lateral incision was sutured.

With the eleventh phase the mummy was almost ready, the orifices of the head were closed, in the eyes were placed cloths with drawn eyes. The body was embellished with drawings and the nails were painted with henna. Because of the importance of male sexual energy in the afterlife to be reborn, the male genital organs were bandaged and glued to the thigh to hide them from thieves.

 

Mummia di Hatshepsut
Hatshepsut mummy

 

The trick continued in the twelfth phase, in which the skin acquired a pleasant and fragrant color. The next phase, the thirteenth was responsible for waterproofing the body by spraying it entirely of liquid resin. The fourteenth phase ended by converting the already dried body of the deceased to assume the appearance of the famous Egyptian mummy with the bandage. Wands were used, between 4 and 6 cm in width, which were positioned starting from the head and then down along the trunk, first one leg and then the other, and the whole termivana with the arms that were dried in the correct position.

Starting from the New Kingdom in funerals or even in bandages there could be written from the Book of the Dead. During the bandage phase, the amulets were left with various functions, the most important being the heart scarab with an inscription that intended to prevent Osiris’ judgment that his heart put the deceased in a bad light, preventing him from being reborn in the afterlife .

 

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