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Pensare che l’uguaglianza tra uomo e donna sia un risultato della modernità sarebbe non solo un errore, ma un errore grave. Chi lo pensa ignora che molti anni fa le cose stavano proprio così. E non si parla qui di un regno isolato su qualche isola sperduta, ma del ben più famoso antico Egitto.
Al tempo delle piramidi le donne “godevano degli stessi diritti degli uomini”. Non solo, “potevano anche divorziare”, e “potevano anche stipulare accordi prematrimoniali molto vantaggiosi”.
Non è teoria. Lo dimostra un antico papiro, lungo circa sei metri, vecchio di crica 2.300 anni. È scritto in demotico (non l’egiziano ieratico – per capirsi: non quello che si vede sugli affreschi) e recita, nero su bianco, tutti gli accordi a tutela della donna in caso di divorzio (il divorzio: quanti migliaia di anni dopo è arrivato in Italia?). Le spettavano “1 pezzo di argento e almeno 36 sacchi di grano per tutto il resto della sua vita” da parte del marito. Ai tempi nostri, sarebbe più o meno come l’accordo Berlusconi-Veronica Lario. “È un accordo vantaggiosissimo per la donna”. Ed era giusto, visto che le permetteva di sopravvivere con o senza il marito. La donna, però, poteva possedere proprietà, fondi e campi. Non lavorava spesso, ma non le era proibito.
I matrimoni erano piuttosto fragili. Non includevano formule poco credibili come “fedeltà” e “mutua assistenza” e ci si sposava con un contratto. Molto spesso era un motivo economico a spingere la coppia a unirsi. Ma non deve sembrare una cosa brutale: matrimoni felici alla maniera moderna esistettero anche in riva al Nilo.
La formula matrimoniale compensava almeno a livello economico uno squilibrio sociale e politico esistente. Le donne dipendevano, per molte cose, dal marito. “A una donna si domanda del marito, a un uomo si domanda del suo rango”, recitava un testo antico, le Istruzioni di Any. Per il resto, se le cose andavano male, ci si poteva lasciare senza troppi problemi. Poi certo, le donne non avevano diritto di voto – ma quello non lo aveva nessuno.
Fonte:http://www.linkiesta.it
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Thinking that equality between men and women is a result of modernity would be not only a mistake, but a mistake. Who thinks ignores that many years ago things were so. And no mention here of a kingdom isolated on some remote island, but the much more famous ancient Egypt.
At the time of women “pyramids enjoyed the same rights as men.” Not only that, “they could also get divorced,” and “could also enter into very profitable prenuptial agreements.”
It is not theory. It proves an ancient papyrus, about six meters long, old crica 2300 years. It is written in demotic (not the Egyptian hieratic – to understand: not what you see on the frescoes) and reads, on paper, all the arrangements for the protection of women in case of divorce (divorce, how many thousands of years later He arrived in Italy?). Due it “one piece of silver and at least 36 sacks of grain for the rest of his life” by her husband. In our time, it would be about the same as the Berlusconi Veronica Lario agreement. “It is a very advantageous agreement for the woman.” And it was right, since that allowed her to survive with or without her husband. The woman, however, could own property, funds and fields. He not often worked, but she was forbidden.
The marriages were quite fragile. They not included lack credibility formulas like “loyalty” and “mutual assistance” and we got married with a contract. Very often it was an economic reason to push the pair to join. But it does not seem like something brutal: happy marriages in the modern way also existed along the Nile.
The formula bed made up at least in economic terms a social imbalance and existing policy. Women depended for many things, from her husband. “A woman asks her husband, a man asks of his rank,” read an ancient text, the Any instructions. For the rest, if things went wrong, you could leave without too many problems. Then of course, women had no right to vote – but that he had not anyone.
Source: http: //www.linkiesta.it
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